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3 marzo
L'illusoria obiettività dei reportage[…] Trovavo sempre qualcosa da impararvi, soprattutto l’obiettività. Quando glielo dissi, si mise a ridere. «Ma l’obiettività – mi disse – non esiste. E’ solo l’illusione creata nel lettore da una certa “tecnica” del reportage, che dà al lettore la sensazione, cioè l’illusione dell’obiettività» […] Eppure i due reportage che più mi hanno dato il successo, e di cui forse (pensi che pretesa!) qualche ricordo rimarrà, sono quelli che più si discostavano dalla ricetta di Webb in quanto, lungi dal mascherarla, ostentavano – e a quanto pare riuscivano a comunicare – la mia passione partigiana: la guerra di Finlandia che io raccontai non da testimone «obiettivo», ma da finlandese; e la rivolta ungherese del ’56, che raccontai da insorto. Sono, dal punto di vista dell’obiettività, i miei due reportage peggiori. Ma forse gli unici coi quali sono riuscito a influire sull’opinione pubblica o, almeno, su una parte di essa. La stanza di Montanelli, Corriere della Sera, 20 marzo 1999 I reportage sulla seconda guerra mondiale di Indro Montanelli possono essere letti nel volume: I. Montanelli, Cronache di guerra: La lezione polacca; I cento giorni della Finlandia; Guerra nel fiordo, Milano Edtoriale Nuova, 1978.
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