Fondazione Montanelli Bassi
 
15 maggio

La mia destra

[…] Una certa borghesia vedeva in me il rappresentante della destra italiana. Era la destra trinariciuta che mi riteneva suo portavoce solo perché m’opponevo alla sinistra. Senza capire che, con la destra, io non ho mai identificato un’ideologia e men che meno un partito, ma una civiltà.


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5 maggio

Giornalismo e privacy

[…] Del concetto di privacy siamo particolarmente sprovvisti proprio noi giornalisti, convinti che sia nostro diritto frugare anche nelle pieghe più riposte del nostro prossimo. Ma questo è un modo perverso d’intendere e di praticare il nostro mestiere. Ogni persona, anche se di “pubblico interesse” ha il diritto ai suoi segreti, quando questi, si capisce, non toccano appunto il “pubblico interesse”.
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9 maggio

Liberalismo, socialismo e un Montanelli d'annata

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento Montanelli tenne sull’Europeo una fortunata rubrica intitolata I nostri affanni firmata con lo pseudonimo Marmidone. Riproponiamo qui un breve estratto da una risposta data a un lettore nel lontano 1959 su un tema d’attualità: quale liberalismo?


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28 aprile

Gli eroi dell'antirisorgimento


[…] Hanno detto che Vittorio Emanuele, Cavour, Mazzini e Garibaldi avrebbero dovuto finire a Norimberga, invece che monumentati nelle piazze delle nostre città, e che il Risorgimento, anzi il risorgimento, fu soltanto una congiura di borghesi reazionari e massoni contro le masse popolari che non lo volevano
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1 maggio

Lotta (armata)


L’arresto degli ex terroristi latitanti a Parigi ci ha fatto ricordare il seguente Controcorrente di Montanelli del 1979

Franco Piperno, il professore latitante che inonda di articoli giornali e riviste, ne ha scritto uno anche per “Lotta continua” in cui reclama il riconoscimento politico della lotta armata, cioè la sua legalizzazione. Egli invoca insomma una legge che garantisca la protezione della medesima a chi spara, purché lo faccia, o dica di farlo, per il comunismo.
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21 aprile

Socialismo (n. 2)


 Nel 1997 a chi gli chiedeva una difesa dei socialisti, allora coinvolti in varie vicende giudiziarie, così rispondeva Indro:

[…] So bene cosa volete da me: la conferma che il socialismo non è un’ideologia aberrante, ma contiene elementi di onestà e purezza. Questa conferma ve la do volentieri – io che socialista non sono mai stato.
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24 aprile

Il mito del successo nei ruggenti anni Ottanta

Ecco come si concludeva un articolo di Montanelli del 1986, che prendeva di mira l’esasperato culto del successo personale diffuso a metà degli anni Ottanta.

[…] Perché diciamoci la verità. Che al successo sia restituito il successo, ci va bene. Pur non essendo affatto convinti che esso sia il segno della Grazia, ci rifiutiamo di considerarlo un segno della disgrazia, e se proprio ci mettono alla scelta fra Calvino e La Pira, noi stiamo con Calvino.

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17 aprile

Kibbutz: alle origini dello Stato di Israele

Nel 1960 Montanelli pubblicò il suo Reportage su Israele. Ecco come, molti anni dopo, ricordava le origini di quello Stato.
 
[…] Più che uno Stato, i padri fondatori d’Israele intendevano fondare una società nuova ed egalitaria, aperta a tutti, anche alla popolazione araba: società che trovava la sua espressione nel kibbutz dove i coloni ebrei, mitra in spalla, lavoravano la terra a fianco coi fellah trattati, con partecipazione agli utili, molto meglio di quanto lo erano stati dai grandi latifondisti arabi che li avevano venduti agli ebrei insieme a quei campi ridotti a calanchi

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14 aprile

È esistita una cultura fascista?


Questa la domanda posta a Indro da un lettore del Corriere nel 1997. Ecco parte della risposta

[…] Che anche sotto il fascismo ci sia stata una cultura, mi sembra uno di quei dati di fatto che non c’è nemmeno bisogno di enunciare. Ma che sia esistita una cultura identificabile come “fascista” non mi sembra. […] Sicché la definizione più saggia che sul fascismo ho sentito è quella che colsi, pochi mesi prima che morisse, sulla bocca di Pirandello: «Un tubo vuoto, che ognuno può riempire di quello che più gli aggrada».
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10 aprile

Buone notizie

«Perché ignorate le buone notizie?» Questa, per un giornalista, non è una domanda: è un incubo. […] Innanzi tutto perché una “notizia” è per definizione un evento insolito: drammatico (un incidente aereo) o assurdo (la politica italiana), significativo (l’elezione di Chirac) o gravido di conseguenze (la diffusione del computer) […] In Italia un governo che entra nel quinto anno è una notizia straordinaria; a Londra è una banalità. Se negli ultimi tempi, sui giornali italiani, è riaffiorato il “giornalismo della normalità” non dobbiamo quindi rallegrarci.
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7 aprile

Socialismo: L'ultima stanza di Montanelli

Nell’ultima stanza pubblicata il 4 luglio del 2001 (appena 18 giorni prima della sua scomparsa), così Indro rispondeva a Giuseppe Tamburrano, dopo aver ricordato gli errori compiuti dai socialisti nella storia della politica italiana del Novecento:

[…] Ma non sono soltanto questi motivi di alchimia politica che ispirano i miei sentimenti verso il socialismo quanto il ricordo dell’opera missionaria da voi svolta presso le classi più umili dai vostri (perché ce ne furono parecchi) Massarenti, le cooperative, le scuole serali per la lotta all’analfabetismo
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26 marzo

Palmiro Togliatti

Anticipiamo a oggi il ricordo di uno dei protagonisti della prima Repubblica, nato appunto il 26 marzo del 1893 e morto a Yalta il 21 agosto del 1964.

[…] Un mostro di cinismo se mai ve ne fu, gelido calcolatore, ma appunto perciò provvisto di senso del reale e quindi della misura. Egli sapeva benissimo che nel contesto geo-politico in cui l’Italia è inserita era impossibile farne un’appendice dell’URSS, si poteva solo farne un elemento di disturbo in seno all’Alleanza Atlantica, e seppe persuaderne anche Stalin. Non fece che disinnescare le mine rivoluzionarie che i vari Secchia pretendevano di far brillare.
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24 marzo

Giornalismo di carta e informazioni

[…] Sopravviveranno i giornali di carta? Penso di sì. Il quotidiano tradizionale è un’invenzione a suo modo perfetta: si piega, si trasporta, si legge si butta. […] I quotidiani come li conosciamo diventeranno però l’abitudine di una minoranza ancora più ristretta di quella attuale. Il motivo? La concorrenza, sostanzialmente.
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17 marzo

L'uomo della Provvidenza

[…] Il Cavaliere non è, in sé e per sé, un pericolo per l’Italia. Il pericolo, per l’Italia, sono quei milioni e milioni d’Italiani che credono sempre nell’«uomo della Provvidenza» capace di trarli dai guai per via di miracolo. E’ questo il virus annidato nel nostro sangue […].
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20 marzo

Italiano

Montanelli, che spesso prese di mira i vizi degli Italiani, così rispose a un lettore che gli aveva chiesto perché, nonostante tutto, non avesse mai deciso di abbandonare l’Italia.

[…] Ma sono nato italiano, nella terra italiana sono sepolte le ossa dei miei vecchi e conficcate le radici della mia cultura e di tutto il mio essere d’italiano, ribelle, sì a quanto in Italia c’è di sporco, di codardo, di conformista (e Dio sa se ce n’è); ma pur sempre italiano anche nella mia rivolta e spesso nel mio orrore dell’Italia. […]
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13 marzo

Un “Caffè” mancato e la Destra che non c'è

Il 13 aprile del 1996 a Marcello Veneziani che gli rimproverava di aver annunciato il suo voto per l’Ulivo, così rispondeva Indro:

[…] Sai bene quanto ho sognato di concludere la mia lunga avventura giornalistica come direttore – editore di un «Caffé» da sorseggiare far i pochi lettori interessati a trarre questa mitica e magica Destra dagli equivoci che l’affliggono (e che oggi toccano il fondo del grande inganno), riprendendo il discorso già iniziato – ed anch’esso ormai equivocato – da Gobetti con la sua «Rivoluzione liberale»
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10 marzo

Il centenario di Gianni Agnelli

Esattamente 20 anni ani fa, il 10 marzo del 2001, Indro formulò così i suoi auguri a Gianni Agnelli in occasione del suo ottantesimo compleanno:

 […] Agnelli non “fa” l’Agnelli; lo “è”. Che se ne sia accorto chi, come me, lo ha da sempre sotto l’occhio – anche se ci incontriamo sì e no una volta all’anno -, non fa specie. Ma che se ne fosse avvisto il suo grande omonimo nonno quando il nipote aveva da poco smesso i pantaloni corti e già si comportava, sì, da Re, ma dell’alta mondanità internazionale; questo non ha mai cessato di stupirmi.
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6 marzo

Il pessimismo della ragione

A un lettore che gli rimproverava un eccesso di pessimismo, soprattutto a proposito dell’impegno politico di Berlusconi, così rispondeva Montanelli nel 1996:

[…] Se lei pensa che Berlusconi abbia dato, in politica, buona prova, non posso darle ragione. Ma gliela riconosco tutta quando lei mi dice che una buona prova non la do nemmeno io come giornalista contagiando di pessimismo i miei lettori, e specialmente quelli giovani. Anch’io sento che non dovrei farlo.
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3 marzo

L'illusoria obiettività dei reportage

In una delle sue “Stanze” sul Corriere della Sera, Montanelli racconta un suo incontro con Web Miller, famoso giornalista americano, durante la prima guerra russo finlandese (1939).

[…] Trovavo sempre qualcosa da impararvi, soprattutto l’obiettività. Quando glielo dissi, si mise a ridere. «Ma l’obiettività – mi disse – non esiste. E’ solo l’illusione creata nel lettore da una certa “tecnica” del reportage, che dà al lettore la sensazione, cioè l’illusione dell’obiettività» […] 
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27 febbraio

Coerenza e contraddizioni

[…] L’impegno della coerenza ho imparato a riservarlo soltanto ai valori fondamentali cui un uomo deve ispirare la propria condotta: il dovere dell’onestà, della sincerità, del coraggio, della responsabilità. Ma sul piano delle idee, sono state proprio l’onestà, la sincerità e il coraggio che mi hanno costretto a cambiarle ogni volta che mi sono trovato di fronte all’evidenza del loro e del mio inganno […]


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24 febbraio

A proposito di Africa

[…] La politica africana dell’Occidente è lastricata di buone intenzioni; e sappiamo dove ci hanno portato. Anzi: dove hanno portato i poveri africani, che vivono in grottesche democrazie formali, e sono vittime di fame, malattie e guerre. Lei sa certamente che in Etiopia e in Eritrea, luoghi a me cari, l’attuale tregua è soltanto una corsa al riarmo dei poveracci. Altri morti, altre sofferenze, altra fame e altri esodi aspettano quei popoli...
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20 febbraio

Scrittura e computer: pensare prima di scrivere

Così Montanelli rispondeva, nel 2001, a un giovane che paragonava la facilità con la quale scriveva con il computer con la fatica di battere sui tasti della vecchia macchina per scrivere ereditata dal nonno.

[…] il computer permette di cancellare, di spostare, addirittura di copiare e incollare (così mi assicurano, anche se non ho ben chiaro cosa voglia dire). E con il computer non c’è bisogno di ribattere articoli. Ma io non ribatto, se non in casi eccezionali. Penso prima di scrivere, tuttavia.
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17 febbraio

Giornalismo: il segreto professionale

[…] Un giornalista, quando si ritiene depositario di una verità, ha tutto il diritto di rivelarla, anzi ne ha il dovere. Se l’ha attinta a una fonte che gliel’ha partecipata in via confidenziale e col preciso impegno di non citarla (la fonte, si capisce), è giusto, anzi è doveroso che ne taccia il nome. Ma a una condizione: di assumersene egli stesso la responsabilità a tutti gli effetti, anche penali


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13 febbraio

Storia: Il revisionismo (n. 2)


[…] Questa del «revisionismo» è una delle più grosse e grossolane “patacche” che mai siano state lanciate nel mercato delle idee. […] Io mi faccio un piccolo vanto di essere stato, insieme a Mario Cervi, uno dei primi revisionisti quando pubblicammo il volume sulla Resistenza intitolato «L’Italia della guerra civile», quale finalmente anche alcuni storici di sinistra hanno cominciato ad ammettere che è stata. […] Ogni nuovo libro di Storia viene scritto con l’intenzione di «rivedere», cioè di correggere, e, qualche volta addirittura rovesciare ciò che su quell’argomento è già stato scritto in precedenza. Altrimenti, perché lo si scriverebbe? […]

Corriere della Sera, La stanza di Montanelli, 4 marzo 2000, anche in Le Nuove Stanze, BUR, 2005, p. 82.

Copyright Eredi Montanelli. Tutte le opere di Indro Montanelli sono pubblicate da Rizzoli Editore 


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9 febbraio

Compleanni:Pietro Nenni (9 febbraio 1891 – 1 gennaio 1980)

Anticipiamo la puntata del mercoledì perché oggi, 9 febbraio, ricorre il “compleanno” di un altro protagonista della prima Repubblica, che, come Amintore Fanfani che abbiamo ricordato sabato scorso 6 febbraio, ha svolto un ruolo centrale nella politica italiana del Novecento.


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6 febbraio

Compleanni: Amintore Fanfani (6 febbraio 1908 – 20 novembre 1999)

1958

[…] l’antipatia che suscita Fanfani è così piena, totale e plebiscitaria che finisce quasi per ispirarmi nei suoi riguardi un senso di tenerezza. L’uomo […] è migliore di come sembra. In quell’ambiguo partito di cannibali che non si sa per quale ragione si ostinino a chiamarsi cristiani, solo Andreotti, come intelligenza, può contendergli il primato. E’ senza dubbio un galantuomo. Lavora come una bestia, e ha un sacco di buone intenzioni. Eppure la Natura si è divertita a caricargli addosso una tale dose di antipatia da nascondere quasi completamente tutte queste buone qualità […].


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3 febbraio

Storia: revisionismo (n. 1)


[…] A ricostruire i fatti «come sono avvenuti» basta la diligenza di uno scrupoloso amanuense. Ma per capire e spiegare perché sono avvenuti in quel modo ci vogliono l’intuito e la penetrazione che differenziano uno storico dall’altro e costituiscono il fascino della Storia, la quale pertanto potrà essere oggettiva nella ricostruzione dei fatti, ma nella loro interpretazione non può che essere soggettiva. 
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30 gennaio

1991: il rifiuto del seggio in senato


Il “gran rifiuto” di Indro di fronte all’intenzione del presidente Francesco Cossiga di nominarlo senatore a vita (1991) è a tutti noto, ma vale la pena di leggerne le motivazioni. Riportiamo qui alcuni stralci della lettera del 19 maggio 1991 con cui Montanelli suggerì al Presidente di non dar seguito alla proposta, che stava circolando sulla stampa. Il rifiuto contrariò Cossiga e ancor più Spadolini che poco dopo, quando la sua candidatura a presidente del senato fu bocciata, telefonò a Indro rimproverandolo: «Mi è mancato un solo voto: il tuo!» 
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27 gennaio

Compleanni: Giuseppe Prezzolini (27 gennaio 1882 – 14 luglio 1982)

Indro considerava Prezzolini un maestro di cultura e di vita. Non a caso il suo ritratto campeggia tra quelli di pochi altri sulle pareti del suo studio conservato presso la Fondazione Montanelli Bassi. Tra le molte pagine a lui dedicate da Montanelli scegliamo una risposta data nel 1979 a un lettore che accusava “Prezzi” di avere a lungo “sproloquiato” contro gli Italiani durante una conferenza tenuta a Lugano, città a cui aveva affidato la propria biblioteca e le proprie carte, mostrandosi – a parere del lettore - ingrato verso il proprio paese.


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22 gennaio

Una lettera a Macaluso


Il centenario del congresso socialista di Livorno, da cui scaturì il Partito Comunista Italiano, coincide ora con la morte di un alto esponente di quel partito, Emanuele Macaluso, con il quale esattamente venti anni fa Indro ebbe uno scambio epistolare pubblicato sul Corriere della Sera del 18 gennaio 2001. I due “carissimi nemici” affrontarono argomenti interessanti e complessi, sui quali non possiamo qui soffermarci. Ci limitiamo a riportare una breve parte della lettera di Montanelli. Un esempio – oggi purtroppo sempre più raro - di come un comunista e un liberale che intendevano argomentare, e non scambiarsi etichette pregiudiziali, potevano ragionare lealmente di storia e di attualità.

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