Fondazione Montanelli Bassi
 
20 febbraio

Scrittura e computer: pensare prima di scrivere



Così Montanelli rispondeva, nel 2001, a un giovane che paragonava la facilità con la quale scriveva con il computer con la fatica di battere sui tasti della vecchia macchina per scrivere ereditata dal nonno.

[…] il computer permette di cancellare, di spostare, addirittura di copiare e incollare (così mi assicurano, anche se non ho ben chiaro cosa voglia dire). E con il computer non c’è bisogno di ribattere articoli. Ma io non ribatto, se non in casi eccezionali. Penso prima di scrivere, tuttavia. E questo fa sì che i miei dattiloscritti siano abbastanza puliti. Qualche correzione a mano, e il gioco è fatto. C’è un altro vantaggio. La macchina per scrivere non «dà di matto» come il computer. Se il nastro si esaurisce, lo sostituisco. E un articolo non scompare nel nulla, come ho sentito dire accade coi vostri strumenti elettronici. Al massimo sparisce per mezz’ora. Ma dopo qualche ricerca lo ritrovo, sotto un libro o sul pavimento. […]

Anch’io penso che dovrei faticare di meno. Ma non ce la faccio: questo è il mio lavoro, è la mia vita. E a una certa età, vedrai, si diventa abitudinari; la fatica quotidiana tiene vivi. Niente computer, quindi […]

La Stanza di Montanelli, Corriere della Sera di lunedì 15 gennaio 2001

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La scrivania di Indro Montanelli nella sede della Fondazione Montanelli Bassi (Foto Fabrizio Ferrettini)







     

 
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