[…] Più che uno Stato, i padri fondatori d’Israele intendevano fondare una società nuova ed egalitaria, aperta a tutti, anche alla popolazione araba: società che trovava la sua espressione nel kibbutz dove i coloni ebrei, mitra in spalla, lavoravano la terra a fianco coi fellah trattati, con partecipazione agli utili, molto meglio di quanto lo erano stati dai grandi latifondisti arabi che li avevano venduti agli ebrei insieme a quei campi ridotti a calanchi. Questo idillio dileguò con la guerra dei Sei Giorni, che costrinse Israele a darsi la struttura d’un vero Stato con esercito, armamenti e così via. […]
Indro Montanelli, Soltanto un giornalista. Testimonianza resa a Tiziana Abate, Rizzoli 2002, p. 210.