Anticipiamo a oggi il ricordo di uno dei protagonisti della prima Repubblica, nato appunto il 26 marzo del 1893 e morto a Yalta il 21 agosto del 1964.
[…] Un mostro di cinismo se mai ve ne fu, gelido calcolatore, ma appunto perciò provvisto di senso del reale e quindi della misura. Egli sapeva benissimo che nel contesto geo-politico in cui l’Italia è inserita era impossibile farne un’appendice dell’URSS, si poteva solo farne un elemento di disturbo in seno all’Alleanza Atlantica, e seppe persuaderne anche Stalin. Non fece che disinnescare le mine rivoluzionarie che i vari Secchia pretendevano di far brillare. Le prime parole che pronunziò, riavendosi dal coma che gli aveva procurato la pistola di Pallante e quando i “compagni” erano già con i mitra per le strade, furono: «Fermi tutti». […]
Corriere della Sera, La Stanza di Montanelli, 19 ottobre 1998, anche in Le Nuove Stanze, BUR 2005, p. 281
[…] Quanto a fiuto politico nessun protagonista della Prima Repubblica ne ebbe quanto lui. Se in Italia egli esercitò una azione distensiva – come mi pare indubbio -, non fu per il bene dell’Italia, ma non si può negare che andò a beneficio anche dell’Italia. […]
Corriere della Sera, La Stanza di Montanelli, 17 novembre 1999, anche in Le Nuove Stanze, BUR 2005, p. 300QUI
RIPOSA
PALMIRO TOGLIATTI
IMPIEGATO MODELLO
DI RIVOLUZIONI
PARASTATALI
Indro Montanelli, Ricordi sott’odio, Rizzoli 2011, p. 13
Medaglia con effigie di Palmiro Togliatti donata da anonimo a Indro Montanelli, conservata nello studio di Milano, presso la Fondazione Montanelli Bassi