9 dicembre

Vero e verosimile 2



[…] Sì, è vero: io ho spesso prestato ad altri battute mie, ma non ci vedo una truffa. Lo sarebbe se avessi messo in bocca a un personaggio storico delle parole che non gli somigliano e che quindi ne falserebbero il carattere. Come fece, per esempio, Alfredo Oriani, che, nella sua descrizione dell’ingresso di Vittorio Emanuele II a Roma dopo la breccia di Porta Pia, gli fece dire in tono enfatico e solenne: «Ci siamo e ci resteremo». Vero nulla. [ …] Il Re si limitò a dire in piemontese e con aria annoiata: «Finalmen y suma», finalmente ci siamo: un’esclamazione che dipingeva molto meglio dello spocchioso «Ci siamo e ci resteremo» il carattere di quello zotico ma genuino montanaro assolutamente allergico all’enfasi e alla solennità.

Ecco una di quelle “truffe” di cui io spero e mi lusingo di non essermi mai macchiato mettendo in bocca a dei personaggi storici delle battute che, è vero, non avevano mai pronunciato, ma che avrebbero potuto pronunciare perché in carattere col loro spirito e giro mentale. […]

 

Corriere della Sera, La stanza di Montanelli, 8 novembre 1999, anche in Indro Montanelli, Le nuove stanze, BUR, 2005, pp. 522-523.

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Una rarità bibliografica, il volume di Indro Montanelli Figure & Figuri del Risorgimento, Editoriale Viscontea, 1987.



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