27 luglio 2022

Trentacinque anni fa la tragedia in Valtellina: un articolo di Montanelli e una testimonianza di oggi


 Dalla rubrica 'Accadde in città' a cura di ANCI LOMBARDIA
(27/07/2022)
 
18 e 28 luglio 1987: l’alluvione in Valtellina, una tra le più grandi sciagure del Nord dell’Italia, un disastro idrogeologico che segnò per sempre il Paese. Un teatro di devastazione, frane e inondazioni, 53 vite spezzate in una imprevedibile valanga che si abbatté con forza su uomini e donne, vittime inerti, provocando migliaia di sfollati, distruggendo case, strade e ponti.
“Era il 18 luglio – ricorda Osvaldo Bianchini, sindaco di Tartano – e dopo tre giorni di una pioggia incessante, canali e torrenti mostrarono uno scenario surreale: tra acqua e fango l’albergo La Gran Baita fu inghiottito da una frana, numerose le vittime, due furono travolte da uno smottamento in Val di Lemma”.
Ma tra lutti e sofferenze il sindaco Bianchini precisa: “l’alluvione è una ferita ancora aperta, ma la comunità non si è arresa. Quelli che sono riusciti a ripartire sono il segno tangibile di un territorio che con coraggio ha affrontato le difficoltà della ricostruzione, ma non possiamo e soprattutto non dobbiamo dimenticare”.
Dieci giorni dopo, era il 28 luglio, la frana si abbatté sulle frazioni di Sant’Antonio Morignone ed Aquilone: “40 milioni di metri cubi di materiale tra terra, fango e acqua, strappando la vita di 29 persone – ricorda il sindaco di Valdisotto, Alessandro Pedrini – furono giorni tragici, tante vite spezzate, famiglie distrutte e un senso di impotenza di fronte alla forza incontrollabile della natura. La nostra gente ha reagito subito portando i primi soccorsi – ricorda con fierezza il sindaco – l’intera valle rispose con uno spirito di solidarietà e di fratellanza, con un senso profondo di compostezza e dignità”.
Quella del luglio 1987 rimane una data storica per il Dipartimento della Protezione Civile perché “l’alluvione e la frana in Valtellina rappresentano il primo impegnativo banco di prova di una emergenza gestita a carattere nazionale dal nuovo Dipartimento costituito il 29 aprile 1982”.
“A distanza di anni – conclude Pedrini – mi piace ricordare un appassionato articolo di fondo di Indro Montanelli che ci rende, ancora adesso, particolarmente orgogliosi di essere valtellinesi: “davanti e quei costoni mangiati dalla frana, di quegli squarci aperti dai torrenti impazziti nella carne viva della terra, di quei desolati sudari di fango, – scriveva Montanelli – mi è venuta forza di pensare quanto ci piacerebbe sentirci italiani se l’Italia fosse, anche sommersa, tutta Valtellina”.
 
Ed ecco l’articolo di Indro Montanelli comparso su Il Giornale del 24 luglio 1987
 
    

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