...Per chi allora aveva vent’anni, l’Abissinia fu il Far West e il Sessantotto insieme. La testa imbottita delle letture agiografiche di Dogali, Adua, Toselli e Galliano, speravamo di creare laggiù un mondo nuovo e di esserne i “padri pellegrini”, i fondatori, senza capire che il colonialismo di Mussolini, debuttando nel momento in cui le altre potenze cominciavano a prendere atto della necessità di liquidare i loro imperi, era già fuori tempo massimo, perché cozzava contro il principio nascente dell’autodeterminazione dei popoli.
[…]
Non mi ci volle molto a capire che in quella guerra quel che mancava era proprio la guerra. Fu presto chiaro che l’Abissinia altro non era che un pretesto per una campagna di regime, della quale Mussolini da Palazzo Venezia voleva figurare come il condottiero.
Da Indro Montanelli, Soltanto un giornalista. Testimonianza resa a Tiziana Abate, Rizzoli, 2002, pp. 17-20
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